Le tecniche proposte in questo intervento formativo hanno spaziato tra:
teatro forum applicato a teorie o posizioni divergenti,
simulazioni di eventi contestualizzati o processi culturali,
role playing legato a tematiche/contesti sociali,
giochi di improvvisazione teatrale,
rielaborazioni sceniche a piccoli gruppi di concetti/processi con obiettivi di analisi o di rielaborazione/disseminazione,
utilizzo del linguaggio non verbale attraverso realizzazione di fotografie e statue teatrali,
declinazione della pratica teatrale come strumento di indagine nella ricerca qualitativa.
Per rendere maggiormente comprensibile la declinazione pratica di queste tecniche in ambito didattico indichiamo di seguito n. 6 percorsi in cui le pratiche citate possano essere integrate tra loro.
Dopo aver diviso le/gli student* in tanti gruppi quanti sono i diversi modelli di pensiero o le teorie divergenti che si vogliono presentare o mettere a confronto si enuncia un claim potenzialmente divisivo su cui i vari gruppi sono chiamati a costruire la difesa della propria posizione; in alternativa si può enunciare un problema su cui i gruppi sono chiamati a proporre una soluzione.
A seconda del tema e dell'obiettivo didattico il debate può essere finalizzato all'individuazione di una posizione comune da parte dei vari gruppi oppure può prevedere la costruzione di un sistema che rispetti e valorizzi le posizioni divergenti.
Il percorso prevede varie fasi in cui la/il docente può assumere il ruolo attivo di moderator* e si può concludere con la stesura di un decreto o con la scrittura di una pagina di storia.
I giochi di role playing rappresentano il cuore del teatro (basti pensare che l'attore che interpreta un personaggio mette sempre in atto un role playing) e in sede didattica possono essere molto utili per sviluppare la comprensione e l'empatia rispetto a ruoli distanti dal proprio vissuto, oltre che la fiducia verso i propri colleghi.
Si può partire dalla proposta di esercizi a coppie in cui a turno si rivestano ruoli dialetticamente opposti (guida/guidato, attivo/passivo, lento/veloce) scelti sulla base delle dicotomie che si interessa indagare ed eventualmente contestualizzandole nella cornice del proprio insegnamento; segue un confronto a coppie e a gruppo sull'esperienza.
In modo più complesso, i ruoli che si vogliono indagare possono essere inseriti in un plot di base (elaborato dalla/dal docente o dalle/dagli student* stessi) che propone una situazione di tensione da drammatizzare; si può quindi chiedere alle/agli student* di elaborare uno o più finali per arrivare alla risoluzione del conflitto, suggerendo eventualmente alcune variabili (ad es. mettere in scena una risoluzione offerta da un'iniziativa individuale, istituzionale, normativa, etc).
Alle rappresentazioni può seguire un dibattito tra gli le/gli student*.
Viene chiesto a un gruppo - o anche a più gruppi nel caso di insegnamenti ad alta frequentazione - di stendere una drammaturgia semplice rappresentante la scena di un fatto storico/situazione sociale o le conseguenze dell'applicazione di una teoria/legge scelti sulla base delle proprie finalità didattiche.
Questa scena verrà quindi rappresentata di fronte ai colleghi e poi ripetuta (attingendo alle tecniche di improvvisazione teatrale) a fronte della richiesta di apportare di volta in volta delle modifiche (ad es. invertire il genere dei protagonisti, cambiare epoca storica, spostare la scena in un altro luogo geografico, etc).
In alternativa l'improvvisazione può nascere dall'incontro di due o più student* che interpretano persone citate all'interno dell'insegnamento: partendo da un plot di base precedentemente concordato, la/il moderator* potrà chiedere agli alle/agli student* di riprodurre il dialogo con alcune variazioni.
Le rappresentazioni saranno seguite da un confronto attori/pubblico.
Il sapere può essere trasmesso in molti modi, il processo di apprendimento "incorporato" dimostra che non solo i processi che passano dall'esperienza (learning by doing) ma ancora di più quelli che passano dall'esperienza del corpo risultano particolarmente efficaci. In questo senso il teatro non permette solo di "fare esperienza" ma di farla principalmente attraverso il corpo.
In questo senso lo strumento teatrale può essere usato per due obiettivi: per coinvolgere le/gli student* in modo diretto e/o per mostrare loro uno strumento innovativo di ricerca qualitativa.
Nel primo caso il linguaggio teatrale non verbale può essere usato per coinvolgere le/gli student* ad esempio in questi modi:
Stimolare le/gli student* a creare con il corpo fotografie a piccoli o grandi gruppi che ritraggano un dato evento oppure la reazione/presa di posizione rispetto ad un'affermazione della/del moderator*: si tratta di dare espressione in modo non verbale a un sentire individuale che andrà a comporre una forma espressiva corale. Varianti: la fotografia può essere resa "viva" in base a stimoli verbali esterni dati dalla/dal moderator* a cui i singoli reagiranno col movimento e/o con la voce.
Stimolare le/gli student* a muoversi nello spazio chiedendo loro di esprimere maggiore o minore accordo rispetto all'enucleazione di alcuni principi/idee allontanando o avvicinando il proprio corpo ad un punto dato; variante: gli si può chiedere di esprimere attraverso il movimento le reazioni emotive in specifiche situazioni simulate nella cornice dell'insegnamento di riferimento (lo stimolo può essere la lettura di un articolo di giornale, l'ascolto di un'intervista, la visione di un video, etc.).
Organizzare movimenti corali secondo una sequenza drammaturgica coordinata dalla/dal moderator* che dia corpo ad una situazione su cui si vuole lavorare, a partire dall'analisi di una legge, di una teoria, di un fatto di attualità, etc. da individuare in base all'interesse dell'insegnamento di riferimento.
Dare corpo con l'improvvisazione ad attori sociali in contesti specifici suggeriti dalla/dal moderator* e analizzare il linguaggio non verbale adottato.
Come si accennava prima, la pratica teatrale può anche essere usata come strumento di indagine di ricerca qualitativa in ambito sociale: se le interviste o i focus group indagano prevalentemente il linguaggio verbale, integrando l'esperienza teatrale ai metodi tradizionali si possono ottenere informazioni aggiuntive sull'espressione non verbale e il gruppo di discussione può divenire, nell'ambito del laboratorio teatrale, gruppo di esplorazione.
Si può così utilizzare il metodo teatrale, e nello specifico gli esercizi sopra citati, per indagare un tema con le/gli student* partendo da un quesito (es. Quali sono le tue aspettative professionali dopo il conseguimento della laurea?) per dare loro un'idea di come poter applicare questo metodo nelle loro ricerche sociali.
La drammatizzazione può essere utilizzata come strumento per stimolare l'assimilazione di un concetto, per verificarne la comprensione, per disseminarne il contenuto.
Partendo dai contenuti dell'insegnamento di riferimento la/il moderator* può chiedere alle/agli student* divisi in gruppi di trasformare uno o più concetti/teorie/principi in spot pubblicitari, favole, telegiornali, canzoni.
Sulle tecniche di drammatizzazione si possono innescare altre tecniche di improvvisazione (vedi percorso improvvisazione) per cui è possibile ad esempio chiedere alle/agli student* di immaginare e rappresentare finali o sviluppi diversi rispetto a quelli che storicamente ci sono stati trasmessi.
Può essere particolarmente interessante proporre alle/agli student* degli stimoli che utilizzino il teatro in modo non esplicito.
Il Teatro degli Oppressi aveva elaborato il Teatro Invisibile: una forma di rappresentazione teatrale messa in scena in luoghi pubblici (come potrebbe essere un'aula universitaria) in cui gli attori nascondono il fatto di essere attori non per monopolizzare gli spettatori (che non sanno di esserlo) ma per coinvolgerli attivamente dando loro l'opportunità di esprimere un'opinione come in una platea teatrale non farebbero. Questa tecnica ricorda da vicino l'etnometodologia dei breaching experiments di Garfinkel e in entrambi i casi l'obiettivo è quello di rendere più evidenti le strutture sociali sottostanti alle situazioni ordinarie di vita per poterle analizzare (ed eventualmente modificare).
Il Teatro Invisibile richiede una particolare intraprendenza da parte della/del docente e può essere usato in aula per stimolare il coinvolgimento e il pensiero critico delle/degli student*, per instaurare un dibattito o anche per introdurre il tema su cui si lavorerà attraverso altre tecniche teatrali sopra esposte.
Oltre alle tecniche teatrali direttamente finalizzate al coinvolgimento attivo delle/degli student* nell'attività didattica, una parte del percorso formativo sarà anche dedicata a quelle tecniche (ice breackers games in primis ma anche consigli per una buona strutturazione dell'incontro e buone pratiche generali da adottare) che permettono di introdurre il lavoro teatrale nella didattica in modo fluido, riducendo i timori e l'ansia da prestazione che potrebbero accompagnare alcuni partecipanti.